Uomo illuminato, convinto sostenitore della destra estrema e storica, tifosissimo del Parma, che supportava con il suo club e con numerose iniziative.
Parma piange Massimo Zannoni, docente di letteratura, uomo di profonda cultura e onesta, scomparso improvvisamente domenica: aveva 72 anni.
IL RICORDO DI GABRIELE MAJO, DIRETTORE DI WWW.STADIOTARDINI.IT
(Gabriele Majo, da www.stadiotardini.it) – La curiosità giornalistica e non solo accomuna il pensiero che la causa della repentina morte del Professor Massimo Zannoni possa essere messa in qualche modo in correlazione con la realtà che stiamo vivendo di questi tempi: dico subito che non ho certezze al riguardo, anche se confesso che è una congettura che mi ha sfiorato, che però ho subito accantonato, perché in questo momento non è tanto la causa l’aspetto fondamentale della cosa, quanto l’effetto: appunto Massimo Zannoni non c’è più. E se ne è andato improvvisamente oggi – la ferale notizia mi è arrivata su WhatsApp subito dopo Parma-Spal 0-1 – all’età di anni 72, di cui circa una quarantina di reciproca conoscenza, stima e direi pure ammirazione. Abbiamo condiviso alcune importanti esperienze, ad iniziare da quella nelle prime radio private, non sempre sullo stesso canale, magari, ma quello non conta, proseguendo con la passione per il Parma, che lo ha portato a rivestire un ruolo fondamentale nella nascita e nella gestione del Museo del Parma “Ernesto Ceresini” attraverso l’Associazione Parma Museum di cui era una colonna portante oltre che coscienza critica, che metteva davanti tutti, senza sconti per alcuno, alle proprie responsabilità senza particolari reticenze e magari con una certa rigidità, nonché presidente del Parma Club Mediolanum. Altri vi avranno anche già raccontato del suo forte e serio impegno politico quale esponente del MSI, ai tempi della prima Prima Repubblica, quando la politica era intesa ancora in un certo modo, anche perché temporibus illis la guerra era terminata da poco e sia scorie che valori erano ancora piuttosto temporalmente vicini. Radio e pallone: queste due comuni passioni indussero Massimo, a propormi di organizzare insieme a lui quella che si sarebbe rivelata la fantastica reunion dei radiocronisti del Parma dagli albori del fenomeno (a metà anni ’70) fino alla fine degli anni ’90 quando video killed the radio stars, ovvero quando le tv a pagamento presero il sopravvento sul genuino racconto piratesco e pioneristico di chi allora faceva il verso ai grandissimi Ciotti, Ameri, Provenzali e Bortoluzzi, prima dell’esplosione del racconto moderno, urlato e fazioso di oggi. Il titolo scelto da Massimo era geniale, come lui: “L’ho visto alla Radio”: vennero a narrare la propria testimonianza, inclusi episodi border-line ma dopo decenni ormai caduti in prescrizione, i colleghi Gian Carlo Ceci, Riccardo Schiroli, Gian Luca Zurlini, Sandro Piovani, Ugo Ferri, Paolo Grossi, Gabriele Balestrazzi, Gianni Barone e Carlo Chiesa, considerato l’anello di congiunzione (anche per via del gol definitivo di Crespo) con i moderni… L’evento, di cui qui sotto riproduciamo il video integrale, si svolse nella sede del Centro di Coordinamento Parma Clubs, nella Palazzina Maria Luigia, Martedì 24 Settembre 2019, e fu l’ultimo da lui portato a termine anche se ne aveva già in mente altri che, ahinoi, ora resteranno incompiuti. Ma grazie a lui tante cose si sono portate a termine: il seme del Museo del Parma germogliò, ad esempio, da una mostra in Ghiaia che lo vide tra gli organizzatori assieme ad altri valorosi collezionisti – gli stessi che ora sono nell’Associazione Parma Museum e che con noi lo piangono – ai tempi del Centenario del Parma. Io lo associo sempre alla trasferta di Varedo del 1970 che sancì all’allora Parma AC il ritorno in Serie C dopo l’inferno della D, dalla quale tornò con la unica locandina del singolare evento, poi messa a disposizione della Comunità Crociata: scartabellando nell’archivio di StadioTardini.it ho trovato il suo appassionato video-racconto della mostra che aveva allestito il 9 Febbraio 2013 all’ITC Bodoni (dove ha passato una vita ad insegnare storia ed italiano a generazioni di parmigiani, tra cui un certo Gigi Buffon, studente non propriamente modello, ma poi portiere di enorme successo ed accettando infine il ruolo più umile, ma lo stesso svolto con passione, fin che glielo hanno consentito, di bibliotecario) con esposti i cimeli via via raccolti: biglietti, abbonamenti, fotografie, volantini e manifesti. Direi i prodromi del Museo: abbiamo, nella nostra videoteca, anche un suo appello ai tifosi a prestare i propri oggetti ricordo, facendosi garante della restituzione degli stessi, per quella mostra in Ghiaia di cui sopra. L’anno precedente, Maggio 2012, sempre al Bodoni, invitato dal Prof, ci fu la visita d’eccezione di Sebastian Giovinco che ha posato con gli studenti, brandendo un lenzuolo bianco con la croce nera perfettamente conservato, che ha accompagnato tutti i momenti belli della preistoria Crociata, cucito dalla sua cara Mamma Elsa, che purtroppo oggi sta provando il dolore di sopravvivere al figlio defunto (e a Lei e al fratello di Massimo, Mario, vanno le mie più sentite condoglianze, assieme a quelle degli altri autori del nostro quotidiano on line). Nel 2015, edito dal Parma Club Mediolanum, Zannoni narrò il percorso delle emozioni della sua vita da tifoso della squadra Crociata, nel libro ‘Da una curva all’altra’ (con prefazione dell’ex Crociato Orazio Rancati) ricordando come un tempo, negli stadi, si passasse da una parte all’altra del campo, seguendo la propria formazione dietro alla porta avversaria verso cui la propria formazione attaccava: un compendio di brevi ricordi raccontati in ordine sparso, spassosi, romantici e simpatici. Da rileggere, ora che non possiamo più ascoltarli dalla sua voce. Ciao Massimo e grazie. Anche per quella candidatura che mi ricordasti poco tempo fa che mi poponesti in anni lontani e che io allora non accettai, fedele alla mia missione di giornalista indipendente.
Mi sia consentito infine ricordare altre due persone care che ci hanno lasciato nelle ultime ore: il pizzaiolo scrittore Lucido D’Alessandro, che conobbi quando da ragazzino ero al seguito del grande Carlo Drapkind (di cui il 5 Marzo scorso sono ricorsi i 17 anni anni dalla scomparsa) e Don Andrea Avanzini, mio compagno di scuola al Sant’Orsola nonché scolaro di mia mamma Leyde che previde la sua vocazione sentenziando che sarebbe diventato prete. Un dolore profondo perdere il suo sorriso e la sua sagacia, non comune
CONOCÍ A MASSSIMO EN MI PRIMER VIAJE A PALMA, DONDE HABÍAMOS QUEDADO CON NUESTROS CAMARADAS FRANCESES EN LA PLAZA GARIBALDI DEBAJO DE SU ESTATUA PARA ASISTIR A UN MITIN POLÍTICO Y LATINO EN EL 50 ANIVERSARIO DEL ASESINATO DEL DUCE "BENITO MUSSOLINI" EL 28 DE ABRIL DE 1995.-